UGL e Assodelivery non considerano nè persone, nè cittadini, i lavoratori rider.

Ugl e Assodelivery hanno chiuso un accordo sui rider forzando la normativa. Così i lavoratori delle consegne a domicilio si sono ritrovati un contratto che invece di tutelarli, certifica per loro l’assenza di diritti, sicurezza sul lavoro e salari inadeguati.

Rifondazione Comunista ritiene che questo accordo sia inaccettabile e vada immediatamente sostituito con il pieno coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni. I lavoratori e le lavoratrici delle consegne a domicilio devono poter avere la certezza di un reddito, di contributi e previdenza e non dipendere schiavisticamente dai parametri cottimistici di un algoritmo. Devono poter avere le tutele necessarie per poter lavorare in sicurezza. Devono avere il diritto alla disconnessione e il riconoscimento del lavoro in condizioni di disagio, festivo e notturno.

In attesa di una legge che stabilisca con forza un salario minimo orario ed i diritti fondamentali su malattia, ferie, salute e sicurezza, è necessario che nella contrattazione collettiva venga stabilito un salario minimo, che non sia vincolato a nulla se non alla disponibilità già data al lavoro. Un salario minimo dignitoso che assicuri un reddito al di sopra della soglia di povertà.

I padroni vorrebbero lavoratori e le lavoratrici le cui vite siano totalmente a disposizione delle necessità delle loro aziende senza assumersi nessuna responsabilità sociale. E’ ora di dire basta al lavoro povero, ricattato, schiavizzato e riconsegnare ai lavoratori e lavoratrici rider Diritti, Tutele e Redditi adeguati alla vita nella nostra società

Rifondazione Comunista Lavoro Lazio

Meno del 60% dei cittadini ha deciso di dare fiducia al sistema.

Meno del 60% dei cittadini ha deciso di dare fiducia al sistema.

Con la scelta in qualche luogo della “#peste” ed in altri del “#colera” i cittadini hanno scelto di restare all’interno del sistema che quotidianamente criticano, mentre circa un 25-30% di cittadini ha completamente rinunciato a decidere, scegliere, dare fiducia a qualcuno. Ovviamente in democrazia decide chi c’è, e tuttavia 1\3 dei cittadini ha deciso che il sistema non lo rappresenta.

Quanti si sono provati a porsi al di fuori del sistema, non sono riusciti ad intercettare questo elettorato, resi invisibili dai media, e, tra quelli che hanno votato, sono stati stritolati dal voto utile, spazzati via o fortemente ridimensionati dal bipolarismo coatto delle leggi elettorali ipermaggioritarie. Leggi elettorali che spingono alla costruzioni di coalizioni al cui interno ci sia di tutto. Coalizioni che si rivelano ammassi gelatinosi di idee contrastanti, interessi economici, aspettative personali… perché l’importante non è rappresentare i cittadini e le loro esigenze, ma vincere per governare, sapendo che per 5 anni nessuno potrà disturbare.

Molti, che ritengono di avere radici a sinistra, si aspettavano questo esito e per questo hanno deciso che l’unica possibilità fosse inserirsi nell’agglomerato di interessi guidato dal #PD e, tuttavia, anche le loro aspettative sono state frustrate. Laddove ha vinto il #centrodestra difficilmente sono riusciti ad entrare nelle istituzioni, stessa cosa è avvenuta dove ha vinto il #centrosinistra.

Il risultato finale di queste elezioni è che vincono tutti gli schieramenti tranne la #SINISTRA, considerata con il significato che a questa parola si attribuiva nel ‘900. Allora era sinonimo di rappresentanza delle classi subalterne. Oggi si limita a delineare lo spazio fisico che gli eletti occupano nelle istituzioni, senza che a ciò corrisponda minimamente un’azione politica a favore dei ceti popolari e dei lavoratori.

Da tutto ciò qualcuno potrebbe dedurre che siamo giunti alla fine della storia. Le classi padronali hanno raggiunto la piena egemonia nella società, frammentando le classi popolari tra centrodestra, centrosinistra e astensione e che non ci siano possibilità di rappresentanza politica se si sceglie di stare al di fuori del sistema del meno peggio, quello della scelta tra peste e colera. La narrazione ideologica oggi prevalente prevede solo la possibilità di uno “scontro” tra classi padronali tradizionaliste, il centrodestra di #Salvini e #Meloni, e quelle progressiste, il centrosinistra di #Zingaretti e #Speranza.

Malgrado l’ideologia cerchi di cancellarli, continuano ad esistere lavoratori sfruttati, precari, utilizzati con la miriade modalità di contratti oggi esistenti o totalmente disoccupati, cittadini senza casa, chi non si può curare, ceti sociali su cui la durezza delle condizioni materiali incide in modo tale per cui quella narrazione inizia a non avere più effetto. Ciò potrebbe portare alla catastrofe o alla ricostruzione di uno spazio politico per quanti si richiamino alla SINISTRA, quella nell’accezione 900esca. Sarà un cammino lungo, difficile, di ricostruzione di una popolarità ad idee che oggi sono rese invisibili dal sistema economico, mediatico, politico, ma che hanno una loro forza ideale reale .

Anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio. A. Gramsci

Marco Bizzoni

La salute non è una merce, ma un diritto!

La #salute non è una #merce, ma un #diritto!

prcsaluteIl Partito della #RifondazioneComunista sostiene la campagna “Riconquistiamo il diritto alla salute (per una sanità pubblica, universale, laica, gratuita)” e invita lavorator* e cittadin* a partecipare al presidio, promosso da diverse realtà politiche, che si terrà a Roma il 3 Settembre, ore 17, in Piazza Montecitorio.

L’emergenza Covid ha messo chiaramente in evidenza come la Sanità Pubblica sia stato l’unico baluardo contro la pandemia, malgrado molte criticità frutto di decenni di scelte scellerate fatte dai governi di centrodestra, centrosinistra e tecnici, che hanno privilegiato mercato ed il cosiddetto risparmio che in realtà non è stato altro che una progressiva dismissione di ospedali, posti letto, servizi territoriali e personali che poi sono stati forniti accreditando strutture della sanità privata. Quelle stesse strutture che nel periodo più buio del lockdown, mentre la sanità pubblica curava e salvava erano, con le Residenze Sanitarie Assistenziali, luoghi di infezione. Quelle stesse strutture che, malgrado forniscano servizi che in gran parte sono pagati con soldi pubblici, oggi rifiutano di riconoscere la dignità dei propri lavorator* firmando un contratto che dopo 14 anni adegui i salari.

Malgrado i pessimi risultati e in continuità con le politiche precedenti, il presidente della Regione Lazio, Zingaretti, inaugura il campus bio medico di Trigoria, una struttura sanitaria privata di proprietà dell’Opus Dei. Continuando a sottrarre importanti risorse economiche al funzionamento della sanità pubblica.

E’ necessario invertire la rotta ed avviare una stagione di investimenti nella Sanità Pubblica, ripristinando strutture, assumendo personale, ampliando la disponibilità di servizi territoriali e alla persona. Per questo invitiamo lavorator* e di cittadin* a sottoscrivere la petizione “Riconquistiamo il diritto alla salute” sulla piattaforma Change.org/riconquistiamo-salute.

La salute non è merce, ma un diritto, per tutte e tutti!

Rifondazione Comunista Regionale Lazio