Sciopero Generale del 12 Dicembre

solo_la_lotta_paga_1_240x348La manifestazione di Roma, indetta in occasione dello sciopero generale, ha visto la presenza del Partito della Rifondazione Comunista. La manifestazione, bella e partecipata oltre le aspettative dei stessi organizzatori, ha espresso una volontà di lotta di cui gli stessi dirigenti dei sindacati promotori presente non erano consapevoli. Studenti, società civile, migliaia di lavoratori e lavoratrici si sono ritrovati in piazza per esprimere la loro indignazione contro la libertà di licenziamento, le politiche di austerità, la devastazione delle istituzioni democratiche che sta perseguendo il governo Renzi. Lo sciopero generale segna la possibilità di una ripresa di quel conflitto sociale nella cui assenza si sono consumate le scelte più vergognose a partire dal “commissariamento” di Monti ad oggi.
La lotta paga, anche se ad oggi è solo il superamento di un senso di impotenza e di frustrazione. La lotta paga, perché permette che nasca la speranza di un cambiamento: La lotta paga, perché crea la coscienza della necessità di una risposta di classe a quella guerra, contro i lavoratori, che i padroni stanno vincendo grazie alle politiche di Renzi.

 

Marco Bizzoni

segretario PRC

federazione “CAstelli”

il PRC aderisce allo sciopero generale del 12 dicembre

11694_10205269875737175_4201059833462160369_nIl Partito della Rifondazione Comunista, federazione “Castelli, Colleferro, Litoranea”, il 12 dicembre sarà in piazza con il sindacato, contro un governo che parla di tutele per tutti i lavoratori, ma approva leggi in cui quelle tutele non sono rese oggettivamente esigibili da nessuno. Lo sciopero generale del 12 è il primo passo per avviare un processo di crescita del conflitto e di mobilitazione sociale, che fermi le politiche di destra, inique e fallimentari del governo Renzi. “Ciò che il governo voleva effettivamente realizzare con l’approvazione dello Jobs Act – afferma Marco Bizzoni segretario della federazione PRC “Castelli” – è lo smantellamento definitivo dell’articolo 18, cioè l’abbattimento di un simbolo che ancora consentiva in chi lavora di avere la speranza di potersi opporre ai soprusi dei padroni. Con l’approvazione del Jobs Act il governo ha realizzato un’innovazione regressiva, trasformando la precarietà lavorativa, da una condizione giovanile, a norma universale per tutti lavoratori.”

I lavoratori dei Castelli Romani e della valle del Sacco dovono sapere che la riforma del lavoro, contro i lavoratori, voluta da Renzi è stata approvata anche attraverso il voto positivo dei parlamentari locali: Bruno Astorre, Renzo Carella, Ileana Piazzoni, e la colpevole assenza, su un voto così importante, di Filiberto Zaratti. Anche a causa loro subiranno l’introduzione del demansionamento, dei mini jobs, del contratto a “tutele crescenti” che non cresceranno mai, l’oppressione del videocontrollo sul lavoro e lo svuotamento dell’Articolo 18 di cui resta solo un guscio vuoto. Malgrado questi rappresentanti del popolo votino in Parlamento contro di noi, è necessario reagire al senso di impotenza che ciò comporta e uscire dalla solitudine. I problemi che ci attanagliano non sono solo nostri ma sono problemi collettivi. Generalizziamo e socializziamo l’appuntamento del 12, lavoratori, precari, disoccupati, pensionati, costruiamo tutti insieme le condizioni di una nuova stagione sociale che dica basta alle politiche di un governo che toglie salario, diritti e dignità ai lavoratori e, allo stesso tempo, rivendichiamo lavoro, stato sociale, investimenti pubblici su sanità, scuola, trasporti e tutela del territorio. Invitiamo tutti a partecipare allo sciopero generale del 12 dicembre a Roma, per fermare le politiche di Renzi che stanno portando l’Italia al collasso.